Foxes never quit

E' la sera del 2 maggio 2016, gli Spurs vengono raggiunti sul pari dal Chelsea (detentore del titolo) a Stamford Bridge e il Leicester City Football Club festeggia la conquista della Premier League. Sarà una lunga notte, per i supporters delle Volpi.

Infatti!




E' considerata un'impresa già leggendaria, per la dimensione del club, per il suo recente (e remoto) passato, per il valore della rosa, per la smodata ricchezza dei concorrenti. Un'impresa davvero improbabile, che ha emozionato gli appassionati di calcio nel mondo, come raramente è successo e succede.

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Nella stagione 2014-15, le Foxes avevano lottato sino alla fine per evitare la retrocessione. Per la nuova annata, il club affida la squadra a un nuovo allenatore. Un italiano. Un romano, anzi, che in Inghilterra conoscono già. Molti storcono il naso [vedi], a cominciare da Gary Lineker, uno di qui, uno dei più grandi pedatori nella storia del LCFC, insieme a Gordon Banks e Peter Shilton.

Claudio Ranieri


Dopo un buon inizio, a fine settembre gli squadroni di Manchester guidano la classifica, staccate di un solo punto. Al King Power, il pomeriggio del 26, l'Arsenal passa di goleada: cinque a due. Ma la squadra reagisce, e non perde più una sola partita per tre mesi. La striscia positiva si interrompe solo ad Anfield. Ma la vetta era stata raggiunta il 21 novembre, quando il City veniva sbaragliato all'Etihad dal Liverpool.

Accidenti!

Ranieri è un pragmatico, e rimane coi piedi per terra. "Sono soddisfatto, ma sereno. So che il Leicester è stato costruito per obiettivi diversi, non per vincere la Premier League. Sono contento se i nostri tifosi sognano, ma in campionato ci sono squadre che possono vincere sia in Inghilterra che in Champions League, come le due di Manchester. Lo United è meno bello ma più solido del City, però Pellegrini ha giocatori fantastici" [vedi].

La squadra tiene. Nell'ultima partita del 2015 (il 29 dicembre) i Citizens sono inchiodati sullo zero a zero al King Power. Mancano l'aggancio. Alla fine del girone di andata, Leicester e Arsenal conducono appaiati. La sida col City si rigioca, a campi invertiti, il 6 febbraio 2016. Un trionfo.


The Guardian

Passano otto giorni. La Blue Army va a Londra. Ma con l'Arsenal non c'è nessuna rivincita. Al 90°, Welbeck insacca il pallone del 2-1. Vittoria in rimonta dei Gunners, classifica di nuovo corta. Wenger e Pochettino succhiano la ruota di Ranieri. Due soli punti, una partita. Un nulla.

Tra i primi di marzo e i primi d'aprile c'è la sgommata decisiva. Quattro partite, quattro vittorie, tutte di scarto minimo e a porta inviolata. Il 3 aprile, quando mancano sei giornate, il distacco sulle inseguitrici è netto: sette punti sul Tottenham, otto sull'Arsenal.

Il resto è amministrazione, controllo, sofferenza, carattere. La sera del 2 maggio, i giocatori si riuniscono a casa di Jamie Vardy. Se il Chelsea non perde, sono campioni. Il Chelsea va sotto, ma rimonta. Da 0-2 a 2-2. Il gol del pari lo segna Hazard, uno che a Stamford aveva marcato per l'ultima volta il 3 maggio 2015. Quel gol aveva significato la conquista matematica del piatto per i Blues.

Il video girato a casa di Vardy con i giocatori esultanti al fischio finale si diffonde sul web, lanciato e rilanciato da un angolo all'altro del pianeta pallonaro e non solo. Potenza dei media moderni.



Claudio Ranieri non era con loro. Era a Roma, per cenare con la madre quasi centenaria. Prenderà un volo nella notte. In aereo, si leggerà tutti i quotidiani d'Italia e d'Inghilterra. Tutti, in prima pagina, parlano del Leicester e della sua incredibile favola.

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La rosa























La mascot (Filbert Fox)



Il capitano (Wes Morgan)



I due assi (Jamie Vardy e Riyad Mahrez)



Lo stadio (King Power Stadium)